Comunità Energia Rinnovabile in 10 punti

 

 

    Cos’è una comunità energetica?

    La CER (Comunità Energetica Rinnovabile), è un’associazione di stampo locale che coinvolge cittadini, aziende e comuni che hanno l’obbiettivo di scambiare l’energia in avanzo degli impianti fotovoltaici del posto. Questa energia non viene né venduta né acquistata, ma scambiata virtualmente tramite la rete elettrica, in modo che sia a disposizione di tutta la comunità che rientra nella zona della cabina primaria.

    CER i soci possono essere produttori, consumatori o “prosumer” (produttori e consumatori allo stesso tempo): i soci si scambiano l’energia prodotta.

    L’associazione non riconosciuta: L’associazione non riconosciuta è la forma più̀ semplice da costituire, più veloce e meno costosa, più̀ flessibile nei percorsi di ingresso e uscita dei soci: basta una firma per entrare e una comunicazione per uscire. Nessuna richiesta di adesione può essere rifiutata, tranne i casi previsti dalla legge. L’associazione non riconosciuta, priva di personalità̀ giuridica ma con codice fiscale, non richiede quote associative, non richiede di cambiare il fornitore di energia, né il contratto dei singoli soci, non obbliga nessun socio a dotarsi di un impianto. Può essere trasformata in qualunque momento in un’altra forma giuridica o essere riconosciuta attraverso il versamento di un patrimonio a garanzia patrimoniale delle obbligazioni.

      1. Quali sono gli obiettivi di una CER?

    Gli obiettivi principali sono indicati nella normativa europea RED2, recepita con D.lgs. 199/2021 dall’Italia. In particolare, essi sono:

    • Aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili riducendo l’inquinamento;

     

    • Ridurre la dipendenza dall’estero;

     

    • Contrastare la povertà energetica consentendo a più famiglie l’accesso all’energia.

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      1. Qual è il vantaggio per l’ambiente?

    Per raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, ogni territorio deve divenire sempre più autonomo nella produzione dell’energia che serve al proprio consumo, attraverso l’aumento della produzione da fonti rinnovabili. In questo modo si riuscirà a ridurre l’inquinamento, l’aumento delle temperature, a sviluppare una maggiore responsabilità nel consumo energetico dei singoli e delle comunità.

     

      1. Chi può far parte di una CER?

    Possono partecipare alla CER le famiglie, le aziende, gli enti pubblici, gli enti territoriali, le associazioni, purché gli impianti siano serviti della stessa cabina primaria di distribuzione (alta tensione) e ogni impianto non superi la potenza di 1Mw di produzione teorica di picco. Per sapere se la propria abitazione o attività rientra nella cabina primaria, cercala nella mappa dell cabine primarie del GSE: https://www.gse.it/servizi-per-te/autoconsumo/mappa-interattiva-delle-cabine-primarie

    Se il luogo di interesse è negli stessi confini della Comunità Energetica a cui si vuole aderire, 

      1. Quali sono gli incentivi di una CER?

    Per tutte le CER sono previsti incentivi sull’energia autoconsumata sotto due diverse forme:

    1)Una tariffa incentivante sull’energia prodotta da FER e autoconsumata virtualmente dai membri della CER. Tale tariffa è riconosciuta dal GSE – che si occupa anche del calcolo dell’energia autoconsumata virtualmente – per un periodo di 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ciascun impianto FER. La tariffa è compresa tra 60 €/MWh e 120€/MWh, in funzione della taglia dell’impianto e del valore di mercato dell’energia. Per gli impianti fotovoltaici è prevista una ulteriore maggiorazione fino a 10 €/MWh in funzione della localizzazione geografica. (Per informazioni dettagliate sulla valorizzazione economica della tariffa incentivante si rimanda al punto 13);

    2)Un corrispettivo di valorizzazione per l’energia autoconsumata, definito dall’ARERA – Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente. Tale corrispettivo vale circa 8 €/MWh.

    Inoltre, tutta l’energia elettrica rinnovabile prodotta ma non autoconsumata resta nella disponibilità dei produttori ed è valorizzata a condizioni di mercato. Per tale energia è possibile richiedere al GSE l’accesso alle condizioni economiche del ritiro dedicato.

    Infine, per le sole CER i cui impianti di produzione sono ubicati in Comuni con una popolazione inferiore a 5.000 abitanti, è previsto un contributo in conto capitale, pari al 40% del costo dell’investimento, a valere sulle risorse del PNRR. (Per informazioni dettagliate su tale contributo in conto capitale si rimanda al successivo punto 18).

    Gli incentivi sono riconosciuti alla CER che provvede alla distribuzione tra i soci.

    1. Quali sono i vantaggi per le famiglie? 

    Le famiglie posso far parte della CER sia come “prosumer”, che come semplici consumatori. I vantaggi sono la riduzione dei costi dell’energia consumata ed un ristoro per l’energia prodotta non consumata ma consumata istantaneamente dagli altri soci. Tra le famiglie possono essere inserite come consumatori le famiglie in povertà economica, segnalate dai servizi sociali del comune.

      1. Quali sono i vantaggi per le aziende?

    Le aziende possono beneficiare della riduzione dei costi dell’energia prodotta dalla CER e contribuire all’autoconsumo della CER, dal momento che solitamente usano l’energia nel momento in cui viene prodotta, in particolare se gli impianti CER sono fotovoltaici.

    Se realizzano impianti beneficiano degli incentivi che riducono i tempi di ammortamento degli investimenti. Se si avvalgono di investitori esterni, mettendo a disposizione della CER i propri spazi, contribuiscono alla produzione di energia a vantaggio di tutta la CER senza consumo di suolo.

    Sono fondamentali nella CER per costruire il giusto equilibrio tra produzione e consumo.

     

      1. Come si costituisce una CER?

    La CER può essere costituita con qualsiasi forma giuridica.

    Si privilegia l’associazione non riconosciuta, ma con personalità giuridica e codice fiscale, per consentire l’accesso e il recesso ai soci nella forma più semplice e veloce possibile.

    La CER nasce con un atto costitutivo e uno statuto, approva in seguito un regolamento interno e si dota dei propri organi di gestione.

    La costituzione come associazione non riconosciuta può essere effettuata con una scrittura privata autenticata davanti al segretario comunale.

    Successivamente viene registrato lo statuto e richiesto il codice fiscale all’Agenzia delle Entrate.

      1. Perché il comune deve promuovere la CER?

    L’ente pubblico può avere il ruolo fondamentale di aggregatore dei soci, garantendo che non si verifichino intenti speculativi ed introducendo elementi fondamentali di fiducia per i soci. L’ente pubblico che promuove una CER garantisce che gli scopi previsti dalla normativa vengano rispettati, in particolare quello della riduzione della povertà energetica, consentendo alle famiglie in difficoltà di beneficiare anch’esse degli incentivi.

    Il comune garantisce inoltre una gestione corretta e trasparente della CER, costituisce un elemento di fiducia indispensabile per coloro che intendono aderire della comunità, promuove un corretto equilibrio tra energia prodotta e consumata, risparmia sulla spesa pubblica destinata all’energia consentendo anche un risparmio fiscale ai cittadini e alle aziende.

     

      1. Come si gestisce una CER?

    La CER costituita come associazione non riconosciuta si gestisce come se fosse un condominio.

    Non esercita attività economica, se non in parte marginale.

    La CER, grazie alla figura del presidente, rappresenta presso il GSE i propri soci, a cui distribuisce, secondo regolamento, gli incentivi ricevuti.

    Statuto e regolamento devono essere molto chiari, trasparenti e personalizzati rispetto alla composizione della CER.

    La CER si riunisce almeno una volta l’anno in occasione dell’approvazione dei bilanci preventivi e consuntivi.